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News - E le autonomie restano alla finestra
qua_giustizia.gifMILANO - Regioni, Province e Comuni non sembrano orientati a ricorrere al condono per i tributi locali. Il no secco della Regione Marche (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri) è stato il primo atto politico per così dire ufficiale di un "governatore", dopo i dissensi già emersi all'indomani del varo della Finanziaria. Anche in alcune grandi città, come Milano e Roma (prime tra tutte) i sindaci hanno già manifestato contrarietà al ricorso alle sanatorie. Mentre ieri il Comune di Ferrara ha espresso ufficialmente il proprio no al condono. Gli amministratori provinciali e comunali tuttavia hanno ancora molto tempo per decidere. La delibera relativa al regolamento che dovrebbe disciplinare l'operazione condono, infatti, deve essere assunta entro il 31 marzo, nuovo termine per la presentazione dei bilanci preventivi 2003 dopo la proroga concessa con l'ormai tradizionale decreto ministeriale di fine anno. Anche se - come rileviamo a parte - il carattere eccezionale dell'operazione può consentire il varo del regolamento anche in un momento diverso dalla sessione di bilancio 2003. D'altro canto il regolamento non può entrare in vigore prima del 1° gennaio 2004 e il gettito del condono inciderà sul bilancio del l'anno prossimo. La scelta dunque, prima che politica, dovrà essere economica. Giova ricordare che sempre per l'eccezionalità della manovra, nella delibera dovranno essere esaurientemente spiegati i motivi della decisione di varare il condono per evitare le responsabilità contabili. Da qualsiasi parte si esamini la questione, gli amministratori e i dirigenti si trovano alle prese con una scelta spinosa. È vero che le procedure di accertamento e liquidazione dell'Ici per gli anni pregressi hanno provocato problemi al punto che, Finanziaria dopo Finanziaria, sono stati più volte prorogati i termini. Non ultima l'attuale legge che al comma 16 dell'articolo 31 sposta dalla fine 2002 al 31 dicembre 2003 i termini relativamente alle annualità di imposta 1998 e successive. Ciò dimostra che un condono potrebbe essere una forte tentazione per le amministrazioni comunali in maggiore difficoltà e magari in vista del rinnovo elettorale. Ma per molti altri Comuni che hanno fatto del recupero dei margini di evasione e elusione fiscale una delle loro bandiere (innalzate più per lo stato di necessità della finanza locale che per convinzione), la possibilità di una sanatoria rappresenta una sconfitta e lascia aperta la tentazione (in questo caso dei contribuenti) a proseguire nelle pratiche elusive. Sempre per una valutazione complessiva dell'opportunità o meno di utilizzare questa facoltà concessa con la Finanziaria, gli amministratori dovranno tenere nel debito conto i costi indotti dall'operazione stessa. Tutte le eventuali richieste di sanatoria dovranno comunque essere esaminate, controllata la congruità dei versamenti, dovranno essere attrezzati uffici e programmi informatici. Alla fine il gettito potrebbe anche non compensare i costi. Lasciando alle amministrazioni successive a quella che ha varato il condono un'eredità pesante.

M.Mas