Iscriviti alla mailing List :      
Accedi inserendo Username e Password per accedere all'area riservata.
 


ACCEDI
News - Disegno di legge sul federalismo fiscale
testata.gifIl ministro per la semplificazione Calderoli è pronto con il testo del disegno di legge che delinea lo scenario del federalismo fiscale. Una delle novità più rilevanti consiste in una formulazione più incisiva della fiscalità di sviluppo per il Sud e la ridefinizione di una cabina di regia che permetta a Comuni e Province di partecipare all’elaborazione del patto di stabilità interno. Il programma del ministro è quello di portare il testo al Consiglio dei ministri per l’esame preliminare il 10 o 11 settembre prossimi e, dopo la Conferenza Stato-Regioni, è previsto il via libera definitivo del Governo entro fine mese. Nell’assetto delineato è evidente un’apertura alle richieste degli enti locali con la nuova Conferenza permanente per la finanza locale cui appunto prenderanno parte anche comuni e province. Nel testo è previsto il riordino dei tributi, conseguente peraltro ad un riordino e razionalizzazione delle funzioni svolte dai tre livelli di governo. In vista c’è infatti la revisione delle competenze delle province che vedrebbero ridursi le proprie funzioni del 15% con un possibile restringimento a tre macro aree dei propri compiti: strade e tutela dell’ambiente, regolazione dei grandi sistemi di rete come l’acqua, sviluppo economico, progetto che trova la condivisione dell’Unione province italiane che auspica all’eliminazione di duplicazioni tra enti delle stesse funzioni. Ai comuni verrebbero trasferite le funzioni in materia di servizi sociali in base al principio di sussidiarietà, mentre verrebbe data direttamente agli istituti scolastici la manutenzione e la gestione delle spese dei relativi edifici. Tra le proposte fiscali dei comuni è stata accolta quella che prevede l’istituzione di una tassa comunale unica sugli immobili che congloberà anche l’attuale gettito ICI su seconde case e immobili non residenziali. Si tratta di una nuova imposta sugli immobili il cui gettito, a beneficio dei Comuni, sostituirebbe tutte o di quasi tutte le tasse e le imposte che, direttamente o indirettamente, oggi gravano sugli immobili. Questo rappresenta uno dei punti più rilevanti del nuovo scenario fiscale che dovrebbe condurre all’attuazione del federalismo fiscale, cioè al finanziamento della spesa degli enti pubblici territoriali con le imposte che derivano dal territorio che essi amministrano.
Mentre per le Regioni si delinea la riscossione di un'Irap riformulata rispetto a quella attuale, per le Province si pensa ad una tassa sull’auto che vedrebbe confluire insieme l’Rc auto e l’Imposta provinciale di trascrizione, tributo che potrebbe, secondo l’Upi, includere anche una parte delle entrate provenienti dalle accise sui carburanti e dal bollo auto. Tornando alla tassa comunale sugli immobili, i tributi che dovrebbero confluire nella nuova imposta sono l'Irpef, l'Ires, l'Ici, la tassa o la tariffa sui rifiuti, la tassa sull'occupazione degli spazi pubblici,
l'Iva, l'imposta di registro, le imposte ipotecarie e catastali, le imposte di successione e donazione.
Abolendo tutti questi tributi o anche solo alcuni di essi, il problema, di non facile soluzione, è quello di individuare il fattore economico, rivelatore di capacità contributiva, cui il nuovo tributo dovrà essere correlato. Una vera novità sarebbe quella dell'istituzione di una tributo rappresenti il corrispettivo dei servizi che gli immobili ricevono dal territorio in cui essi sono ubicati: per esempio, questa Imposta sui servizi comunali (Isc o Ics, imposta comunale sui servizi) potrebbe essere quantificata, ad esempio, in una data zona del territorio comunale, in base all'entità dei servizi di trasporto pubblico, alla presenza di parcheggi, alla disponibilità di cablaggi o di reti wi-fi, alla qualità del servizio di raccolta rifiuti, all'esistenza di impianti sportivi, asili o istituti di istruzione e così via